Vorrei recensire un film francese del 2011, in cui mi sono imbattuto, un po’ per caso, durante il Festival del cinema di Torino. L’ultimo film a cui ho potuto assistere con il biglietto giornaliero è stato una piacevole scoperta: si intitola 17 filles (ragazze) e parla di alcune adolescenti che decidono di rimanere tutte incinte contemporaneamente. La vicenda è drammatica (tanto più se si pensa che è ispirata a fatti realmente accaduti), ma viene raccontata con un tono leggero, da commedia.
La scelta di adottare questo tipo di linguaggio cinematografico, da parte delle due registe francesi, che hanno collaborato alla realizzazione della pellicola (e che sono anche sorelle) non è stata fatta per sminuire l’importanza del fatto rappresentato, ma per dar voce al punto di vista delle 17 adolescenti protagoniste del racconto, le quali non sembrano rendersi ben conto di ciò che la maternità comporta, a maggior ragione ad un’età così precoce. Per queste ragazze, dare alla luce un bambino, significa solamente ottenere dei vantaggi, non dovendo più sottostare alla legge dei genitori, ma diventando adulte a loro volta. L’agito di gruppo non consente di prendere in considerazione tutti gli aspetti della maternità. L’utopia, e in quanto tale non realizzabile, di questo gruppetto di adolescenti, è quella di costituire una comune, all’interno della quale poter vivere e crescere i propri bambini aiutandosi a vicenda. La figura del maschio è di fatto abolita, puro strumento accessorio per la riproduzione.
Questo gruppo di 17 adolescenti, che così si viene a costituire, dà l’illusione dell’onnipotenza, resa ancora maggiore dal senso di completezza conferito dalla maternità. Su tutto, spicca l’assenza del padre. Padre inteso come elemento terzo, in grado di svolgere una funzione evolutiva, separatrice dell’unità simbiotica madre-bambino. Ma non è solo il padre ad essere una presenza evanescente. Sono gli adulti in quanto tali a non rivestire una funzione pensante per queste adolescenti: non comprendono ciò che sta accadendo, assistono spaesati ed impotenti ai fatti. Sarà un evento traumatico a infrangere l’illusione e a costringere le protagoniste a fare drammaticamente i conti con l’esame di realtà.
Da segnalare la bravura delle attrici, che recitano con grande naturalezza ed esperienza, nonostante la loro giovane età e nonostante fosse la loro prima volta su un set cinematografico.
A cura del dott. Damiano Bertolino
Psicologo - Padova, Via Cavallotti 61
cell: 3669309334
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