giovedì 11 ottobre 2012

Recensione libro "Moby Dick"





Carissimi,


oggi pubblico la recensione di un classico della letteratura, Moby Dick di Melville, recensito dal collega Bertolino per noi in una chiave prettamente psicoanalitica! Buona lettura.

Apprestarsi a dire qualcosa circa uno dei più grandi romanzi che siano mai stati scritti non è certo semplice. L'opera monumentale di Melville è stata oggetto di innumerevoli studi nei più svariati campi, mettendo in moto la penna di critici di alta caratura e ben nota fama. Non pretendo quindi di aggiungere nulla di più di quanto già è stato detto. Vorrei però stendere qualche riflessione ispiratami dalla lettura di questo eccezionale romanzo ottocentesco. Una delle cose che più mi ha colpito, accostandomi a quest'opera è la sua mole. Tutto in questo libro è smisurato, la sua lunghezza, la quantità di nozioni inserite, la materia di cui tratta. Sono smisurate le dimensioni dei leviatani (termine che Melville utilizza ogni volta che si riferisce alle balene), sono sterminati i confini dell'oceano in cui si svolge la vicenda e sembra non avere fine la durata del viaggio del Pequod (la nave capitanata dal comandante Achab).

Ci sarebbero mille altre cose da analizzare, ma la figura del capitano Achab è l'elemento a mio avviso più adatto per una trattazione di natura psicologica. Questo personaggio, che si ostina a cercare una creatura mitica, da cui è ossessionato fino alla follia, induce nel lettore sentimenti contrapposti. Da un lato ispira compassione e pena per la sua incapacità di pensare a qualcosa che non sia rappresentato dalla balena bianca. È talmente dominato da questa idea che tutto il resto perde importanza; sempre scontroso e irascibile, a tratti si trasforma in un essere quasi ripugnante. La sua sete di vendetta condanna fin dall'inizio della vicenda lui e tutto il suo equipaggio. Ma d'altra parte è proprio questa inestinguibile brama di scontrarsi con la bestia che l'ha mutilato ad esercitare un fascino così irresistibile. La sua ostinazione diventa una vera e propria coazione a ripetere, allorché si trova a dover fronteggiare il gigante marino che schianta per ben due volte le barche lanciate al suo inseguimento; e nonostante tutto Achab non tentenna neppure un attimo di fronte al suo proposito. Questa corsa folle verso la distruzione avvince l'animo di chi si trova ad avere a che fare con questo vecchio tenace, ostinato, altero.

La parabola di Achab si riscontra spesso nella psicopatologia e non solo. Ogni uomo, chi più, chi meno combatte contro i propri demoni (gli aspetti inconsci). Achab e Moby Dick sono parti di un tutto, di cui non è possibile isolare delle parti, senza prendere in considerazione anche gli altri aspetti dell'intero fenomeno.

La coazione a ripetere di cui ci parla Freud suscita ancora oggi domande e interrogativi sul sottile fascino dell'autoannichilimento e vale la pena non smettere di indagare gli aspetti più reconditi di tale fenomeno.



A cura del dott. Damiano Bertolino
Padova - Via Cavallotti 61
cell: 3669309334

martedì 9 ottobre 2012

1 anno di blog



Carissimi,

proprio oggi di un anno fa iniziatìva l'avventura di questo psyco-blog e ora è tempo di bilanci e di ringraziamenti. Cominciamo con i primi. In questo anno abbiamo raggiunto oltre i 3100 contatti, dato che non ci aspettavamo e che ci inorgoglisce nel lavoro svolto sin qui e che ci fa affrontare con serietà e forza quello futuro che svolgeremo, augurandoci di avervi ancora, e più numerosi, al nostro fianco, con i vostri preziosi consigli e suggerimenti sui temi da trattare di vostro interesse, come è accaduto quest'anno.
Ora passo ai ringraziamenti! Beh, a voi lettori e lettrici va sicuramente un grande ringraziamento, per la costante presenza e per le idee che ci aveve suggerito. Analogamente ringrazio anche i miei colleghi che in quest'anno mi hanno aiutato nel raccontarvi un pò di temi del mondo psy ma non solo, come nel caso delle tante recensioni cinematografiche. L'augurio è di averli anche per quest'anno al mio fianco per proseguire questo tipo di lavoro.
Per cui, concludo dicendo: "Tanti auguri psycoblog, 100 di questi giorni!"

domenica 7 ottobre 2012

Mediazione Familiare: uno strumento al servizio della famiglia




Carissimi,

prima di parlarvi dell'argomento del giorno, la mediazione familiare, inserisco di seguito la richiesta che ho ricevuto alcuni giorni fa da una coppia in crisi. L'argomento è piuttosto diffuso e il tema trattato è molto delicato, dato che spesso sono coinvolti nel dibattito, loro malgrado, anche figli, spesso piuttosto piccoli.

"Ho bisogno di un appuntamento di mediazione famigliare x la situazione della separazione perchè io e il mio ex marito non riusciamo a comunicare e chi ci va in mezzo è la ns. bambina. Vorrei un appuntamento immediato l'importante che sia a Sesto San Giovanni. Grazie "


Nella mia pratica clinica, mi capita piuttosto spesso di ricevere richieste di questo tipo, dove l'urgenza diviene un elemento posto in primo piano. Nel post di oggi, invece, vorrei sottolineare l'importanza di un percorso di mediazione familiare in un'ottica preventiva, durante lo svolgimento di una separazione, soprattutto se questa non è completamente voluta da uno dei due elementi della coppia. In questo modo, infatti, si creerebbero le basi per una maggiore comprensione dei desideri reciproci, in un lasso di tempo maggiore, rispetto all'operare in un contesto di urgenza dove gli interessi di tutti sono esasperati da una situazione maggiormente conflittuale.

Brevi cenni sulla mediazione
 
L'intervento di mediazione è costituito da una serie di incontri tra una coppia e il mediatore familiare, volto alla risoluzione o attenuazione dei conflitti in caso di separazione e/o divorzio.

Il mediatore/la mediatrice familiare non effettua né counselling né terapia e neppure sostituisce il ruolo dell’avvocato o del giudice.

Il risultato di questi incontri è infatti un programma di accordi che anticipa e precisa tutti i patti che l’avvocato rivedrà ed inserirà nei documenti legali formali.

Si rivolge alla coppia, con o senza figli, in fase di separazione, oppure alla coppia già separata o divorziata che ha l’esigenza di modificare precedenti accordi.

La mediazione familiare ha l’obiettivo di consentire ai compenenti della coppia di giungere, attraverso un percorso strutturato di negoziazione, ad accordi condivisi da entrambi, in modo che le parti siano motivate a rispettare i patti nel tempo.