venerdì 8 giugno 2012

Progetto di intervento psicologico





Carissimi,

oggi condividiamo con voi un progetto che è attivo nei dintorni del comune di Padova che vede in "prima linea" (viste le difficoltà di cui  ci parla mi sembra il termine più appropiato) il dott. Bertolino nella sua attuazione e progettazione. Per un'idea più precisa di che cosa si tratta, lascio la parola al collega! Buona lettura.




Insieme a due mie colleghe ho pensato di avviare un iniziativa chiamata I-pedd, come acronimo di Intervento di prevenzione e dialogo sul disagio psichico, in un comune vicino a Padova, molto piccolo, di appena 3000 abitanti. Non è stato per nulla facile riuscire a farsi approvare il progetto, poiché delle numerosissime mail che abbiamo spedito a vari assessori e sindaci, abbiamo ricevuto soltanto pochissime risposte e, addirittura, una sola persona (il sindaco del comune in questione, di cui non dirò il nome per ragioni di privacy) si è detta disposta a far partire il progetto (anche se, come dicono qui nel veneto, "non gh'erano schei" e così abbiamo dovuto persino pagarci la stampa delle locandine). Come se non bastasse, la pubblicità, che secondo gli accordi avrebbe dovuto essere fatta dal comune, distribuendo il materiale nelle varie scuole del circondario, nella bacheca e così via, è avvenuta in maniera molto incompleta, poiché circa la metà degli opuscoli non era stato neppure distribuito. Eppure, incredibilmente viste le circostanze, ci sono stati svariati contatti, da parte della cittadinanza locale, a dimostrazione che la decisione di consultare uno specialista della salute mentale non è solamente un vezzo per persone alto-borghesi, ma un bisogno diffuso anche tra fasce della popolazione meno istruite e con redditi meno abbienti.

Il progetto da noi proposto prevede la possibilità di rivolgersi a specialisti che possano rispondere alle richieste delle varie fasce d'età e di ruolo, poiché abbiamo suddiviso i pomeriggi in maniera tale che ci fosse uno spazio riservato agli adolescenti, uno per i genitori e uno per gli adulti. A dire il vero i contatti maggiori sono stati da parte di genitori, inviati dalle maestre delle elementari per difficoltà scolastiche. Effettivamente il disagio nei bambini e negli adolescenti si manifesta in maniera elettiva proprio in questo ambiente. Lo spazio che noi avevamo riservato alla fascia adolescenziale, pensandolo come un luogo di accesso libero, senza necessità di prenotazione non ha avuto successo, nel senso che le persone che hanno richiesto una consultazione l'hanno sempre fatto prenotandosi al numero o all'indirizzo e-mail attivato per il progetto. Non abbiamo quindi ricevuto nessun invio spontaneo da parte della fascia adolescenziale, a testimonianza del fatto che il canale di accesso da noi pensato non è risultato efficace per raggiungere questa enigmatica e complessa fascia d'età.

Mi sono forse dimenticato di spiegare dove vengono svolti i colloqui, ma colmo questa lacuna dicendo che si tengono nella sala dell'assistente sociale, quando quest'ultima non ne ha bisogno. Certo lavorare in questo modo è molto diverso rispetto a ricevere i pazienti nel proprio studio privato, perché si svolge in un certo senso il ruolo di psicologo di base; in una comunità così piccola capita che ci si conosca tutti e non c'è quindi da stupirsi se i genitori che accedono al servizio abbiano i figli che frequentano la stessa classe e si conoscano molto bene. Vi terrò aggiornato nei prossimi mesi! A presto.

A cura del dott. Damiano Bertolino
Padova - Via Cavallotti 61
cell: 3669309334

mercoledì 6 giugno 2012




Carissimi,

oggi lascio la parola alla collega di Padova, dott.ssa Sarah Recchia, che con piacere accolgo per la prima volta all'interno del blog. L'articolo è molto interessante e permette diversi spunti di riflessione, spero vi piaccia. Vi ricordo che avete a disposizione uno spazio alla fine di ogni post per eventuali commenti o suggerimenti. Buona lettura!




PANTA REI E PSICOTERAPIA


“Non si può discendere due volte nel medesimo fiume; non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va”.

Secondo le parole di Eraclito, nel suo trattato “Sulla natura”, nulla resta immutato o fisso ma tutto risente di un continuo cambiamento, sia per il mutare delle situazioni, sia perché anche l’uomo evolve e cambia ininterrottamente.

Eppure quando i pazienti si rivolgono ad un terapeuta sembra proprio che si sia inceppato il meccanismo del πάντα ῥεῖ e non si riesca più a seguire il normale percorso evolutivo perché qualcosa continua a ripetersi, creando sofferenza e disagio nel soggetto stesso e nelle proprie relazioni sociali, famigliari o lavorative.

Il cambiamento quindi diventa l’obiettivo dell’azione terapeutica.

Ma cosa si intende per cambiamento in psicoterapia?

La risposta a questa domanda è stata di volta in volta modificata nel corso dello sviluppo della teoria psicoanalitica e delle nuove conoscenze acquisite anche grazie al progresso delle neuroscienze.

Il termine cambiamento deriva dal verbo latino “campsare” nel senso di mutare, curvare, ma anche barattare. Compito quindi del terapeuta sarebbe quello di barattare con il paziente nuovi meccanismi di compromesso diversi dai sintomi patologici per gestire il dolore psichico, ma anche riuscire a curvare, inteso come plasmare un sistema difensivo rigido per trovare soluzioni più adattive e modificare gli schemi relativi al Sé e all’oggetto.

Di conseguenza ne deriva che non è possibile parlare di un solo tipo di cambiamento auspicabile, né di un unico modo per realizzarlo, ma esistono diversi meccanismi che producono diverse tipologie di cambiamento e queste vanno definite in base al livello di funzionamento e mentalizzazione del soggetto e agli obiettivi plausibili per quel paziente.

Le possibilità di cambiamento offerte dalla psicoterapia variano notevolmente da paziente a paziente e dalla relazione che si viene ad instaurare nella coppia analitica, offrendo uno spazio protetto e confortevole in cui si possa rimettere in moto il meccanismo del πάντα ῥεῖ.
A cura della dott.ssa Sarah Recchia
Via Altinate 4 - Padova
cell: 3381259719