lunedì 4 marzo 2013

Le Vostre Domande


Carissimi,

oggi vorrei riflettere con voi in merito alla richiesta di aiuto e ai vari passaggi e difficoltà che molto spesso la caratterizzano. Lo farò utilizzando una lettere di un uomo che mi ha scritto giorni fa via mail. Di seguito il testo della richiesta:


"spero di decidermi a venire ne avrei bisogno visto la mia grande confusione che ho nella testa e per vari problemi che credo hanno cambiato la mia vita in parte in meglio ma molto ma molto anche in peggio , ok spero questo messaggio l'abbia letto il dott.Santini"


E' evidente che questa persona ha una necessità di confrontarsi circa questo malessere che  gli sta creando difficoltà e confusione, tuttavia non fa una richiesta di appuntamento o non accenna a questa eventualità. In questi casi, credo che questo passaggio sia ancora in fase embrionale, ossia presente all'interno del soggetto ma non ancora sufficientemente sviluppato per poterlo esprimere all'interno di una relazione adulta. Nel caso specifico, questo uomo non ha più fatto sentire la sua "voce" e io non ho ritenuto opportuno andare oltre alle informazioni del caso (orario della seduta, costo, come fare per fissare un appuntamento...). E' importante, infatti, che la prima richiesta di aiuto venga proprio dalla persona, una volta che si è decisa a farsi aiutare, diversamente, se la persona fosse spinta dall'esterno (familiari, amici, parenti) questo elemento di immaturità e non accettazione di un aiuto esterno ("mi hanno portato loro qui", "io non ho bisogno di nessuno"...) potrebbe poi far terminare anzitempo il sostegno psicologico.

Alla prossima