sabato 31 dicembre 2011

Buon anno dal nostro studio


Carissimi lettori,

vi auguriamo un buon nuovo anno che sia ricco di serenità e benessere psicologico, stati dell'uomo che noi ci prodighiamo a perseguire con il nostro lavoro quotidiano.

Colgo anche l'occasione per ringraziare tutti i colleghi che, in questi pochi mesi dall'inizio del blog, con i loro preziosi contributi hanno arricchito questo spazio web virtuale e tutti coloro i quali mi hanno segnalato dubbi, approfondimenti e questioni da trattare sul blog.

Il mio augurio è che, nel prossimo imminente anno, il lavoro fin qui svolto possa ampliarsi per rendere questo blog uno spazio di confronto, consulto e di sentita partecipazione da parte di tutti.

Un ultimo ringraziamento, va ai circa 1000 lettori che nel giro di poco più di 2 mesi ci hanno seguito costantemente e spronato a proseguire nelle nostre pubblicazioni. Grazie a tutti!

Buon anno
dr Marco Santini

mercoledì 21 dicembre 2011

Auguri

Carissimi lettori e carissime lettrici,

è con piacere che, a nome dello staff e dei colleghi che lavorano con me a questo blog e nella vita di tutti i giorni, vi porgo cari auguri di buone feste, augurandovi tanta serenità e felicità nei rapporti interpersonali, in famiglia e nelle vostre relazioni più care.

Spesso questi momenti di ritrovo tra familiari, amici e parenti risultano fonte di attriti e di problemi di varia natura, incomprensioni, malumori (vedere il post del 14 dicembre u.s). Mi auguro che questo non accada nei vostri nuclei familiari e che, laddove succedesse, vengano da voi utilizzate le risorse necessarie per ovviare a queste situazioni. Per problemi di altra natura, rimango a Vs disposizione.

Rinnovando gli auguri, Vi saluto a nome dello studio "Percorsi Psicologici"

dr Marco Santini
santini@percorsipsicologici.com

mercoledì 14 dicembre 2011

Stress pre- vacanze

Carissimi,
si avvicinano le vacanze e il post di oggi vuole essere in linea con il periodo pre-vacanziero! Lo stress che si accumula in periodi che di norma sarebbero deputati al relax, alla condivisione di momenti di serenità e di vicinanza, è spessopresente in misura maggiore  rispetto a quello presente in altri momenti dell'anno e le situazioni di riposo vengono spesso viziate da liti, incomprensioni e problemi di varia natura.

Come mai tutto ciò accade così di frequente in questi momenti dell'anno?

Inninzittutto è bene esplicitare che la vacanza non è un obbligo ma è un momento in cui ognuno si può dedicare a se stesso, ai propri desideri, cercando il più possibile di evitare di conformarsi con la società e con ciò che sarebbe giusto fare (e poi, giusto per chi?!). Spesso, infatti, in questi momenti si vuole dimostrare qualcosa agli altri, per guadagnare rispetto e stima, a discapito però del proprio desiderio e del proprio benessere, facendo così accrescere una tensione interna che è poi destinata a trovare uno sfogo (peggio ancora è quando rimane dentro e logora dall'interno la persona). Se l'ansia è già presente in voi, è forse necessario fare una scelta vacanziera che non sia fonte ulteriore di ansia, ma che anzi possa andare ad alleviare questo stato di tensione (es: viaggio organizzato vs viaggio all'avventura!).
Se poi lo stress da vacanza si trasforma in un vero e proprio nemico da combattere, allora è meglio affrontare il problema seriamente rivolgendosi ad uno psicologo per un trattamento specifico.

martedì 6 dicembre 2011

Recensione film "Midnight in Paris"


Carissimi,
oggi ho il piacere di postare la recensione cinematografica della collega dott.ssa Chiara Marabelli in merito all'ultimo film di Woody Allen. Buona lettura...

Midnight in Paris

Woody Allen, regista (e autore) quanto mai produttivo, si presenta a Natale 2011 con un film, “Midnight in Paris”, che ci fa capire quanto questo artista abbia ancora da dire e da comunicare al suo pubblico.
Il protagonista di “Midnight in Paris” è Gil (Owen Wilson), uno sceneggiatore americano di Hollywood in procinto di sposarsi con Inez (Rachel McAdams); entrambi si trovano a Parigi con i genitori di lei, repubblicani “ortodossi”, per una vacanza. Gil ama moltissimo l’atmosfera di questa città e la considera una possibile fonte di ispirazione per il suo lavoro, tanto da sognare di potervisi trasferire; Inez, invece, è insofferente all’idea e, come la sua famiglia, sminuisce continuamente le aspirazioni di scrittore del fidanzato. Gil, infatti, sta scrivendo un romanzo che narra la storia di un uomo che lavora in un cosiddetto “negozio-nostalgia”, di quelli che vendono oggetti appartenenti al passato. Incompreso e a tratti deriso per questo da Inez e dai suoi amici, Gil ricerca la solitudine e inizia a perdersi nelle notti parigine. Qui, dopo la mezzanotte e con l’aiuto di un vecchio taxi, si tuffa negli anni ’20, dove incontra (tra gli altri) un innamorato Francis Scott Fitzgerald, un passionale Ernest Hemingway, un tormentato Pablo Picasso e, infine, la bella e malinconica Adriana (Marion Cotillard), modella, musa ispiratrice e amante di tanti artisti del passato.
Come in un sogno, che prende il via per caso da un angolo parigino, Gil avrà modo di riflettere su se stesso, su ciò che ama e su ciò che teme, ossia la morte. Ma ciò che il protagonista forse teme di più, come lui stesso ammette alla fine del suo viaggio, consiste nell’affrontare la naturale condizione umana di insoddisfazione nei confronti della vita, e la consapevolezza che niente potrà mai essere perfetto: rincorrere ciò che si crede essere “l’epoca d’oro”, diversa per ognuno di noi, può significare continuare a inseguire un ideale per definizione irraggiungibile, senza però mai vivere il presente, considerato irrimediabilmente un’epoca di decadenza. Sarà forse la presa di contatto del protagonista con i suoi desideri più autentici che lo guiderà nelle scelte (anche con l’aiuto di Carla Bruni, la quale compare in un piccolo cammeo nel ruolo, appunto, di una guida turistica) per ritrovare la propria dimensione in un presente tutto da costruire.
È solo nel sogno che Gil riesce a liberare il filo dei suoi desideri e, proprio come il sogno, il film possiede più livelli di lettura: è, infatti, anche una riflessione sul rapporto con l’arte, che può essere personale e viscerale, così come lo sperimentano i veri artisti (e le persone sensibili), oppure colto, ma superficiale e distaccato, così come lo vive l’amico di Inez, esperto conoscitore del bello e delle opere d’arte, ma incapace di comprenderle veramente. Nel primo caso la strada da percorrere richiede certamente più coraggio (Gil, del resto, pensa di lasciare il suo pur redditizio lavoro come sceneggiatore per fare lo scrittore), ma l’abbandono di certezze ingabbianti, anche se rassicuranti, può dare in cambio, anche se solo per un attimo, la sensazione di una vita veramente vissuta.
Woody Allen ci regala un film mai banale nelle sue suggestioni, impreziosito da cammei d’eccezione (oltre alla Bruni, Adrien Brody e Kathy Bates nei ruoli rispettivamente di Salvador Dalì e Gertrude Stein), da una colonna sonora avvolgente e affascinante, e dalle immagini di una Parigi romantica e misteriosa.

A cura della dottoressa Chiara Marabelli
Via Rovani 11, Milano
www.chiara-marabelli.webs.com

giovedì 1 dicembre 2011

Aiutare un proprio caro...


Carissimi,
oggi vorrei iniziare con una richiesta che è giunta al mio sito attraverso il modulo contatti alcuni giorni fa. Non è raro per me ricevere queste richieste e da questo spunto, vorrei condividere con voi alcune riflessioni circa l'aiuto che ciascuno di noi può dare al proprio caro che soffre di un disagio psicologico.

"Buona sera Sto cercando un centro di sostegno psicologico perchè mio fratello si è appena separato e sta cadendo in depressione ha dei forti sbalzi di umore. Vorrei sapere se è possibile avere un appuntamento a breve. Grazie"

Una delle prime emozioni che proviamo quando vediamo il disagio negli occhi dell'altro è la voglia di renderci utili per aiutarlo a stare bene e in questo ci adoperiamo in diverse maniere, fornendo un aiuto concreto, dei consigli, il nominativo di uno specialista ecc ecc, e a volte questo può bastare nel risolvere la situazione. 

Ma quando invece questo non basta e la persona non ha voglia di farsi aiutare? Rifiuta l'aiuto e anzi nega che sia realmente bisognoso e da del "malato" a chi lo vuole aiutare?

Qui le cose si complicano, e anche i sentimenti che "l'aiutante" prova si intensificano, si prova disagio, rabbia per un qualcosa che non va come si aveva pensato, frustrazione, paura che la situazione non possa evolversi al meglio come era prima, si incrinano i rapporti con il "malato" ecc ecc. In questi casi, non vi è purtroppo un modo giusto da seguire. A mio avviso, per l'esperienza che ho maturato in questi anni in diversi contesti clinici, ho sempre consigliato al richiedente di condividere con il proprio caro questi passaggi, che vengono spesso percepiti e agiti come sotterranei, e comunicati a lui solo a cosa fatta, "caro, ti ho fissato un appuntamento con il dottore". Questo spesso, in un momento già di fragilità per la persona, fa perdere la fiducia nei cari e di conseguenza nelle loro, seppur buone, azioni. 


A presto
dr. Marco Santini
Psicologo - Via Monte Grappa 272 - Sesto San Giovanni
www.percorsipsicologici.com