martedì 17 luglio 2012

Recensione film "Scialla"



Carissimi,

chiudiamo oggi la nostra attività prima della sosta estiva con una recensione del film "Scialla" a cura del collega dr. Bertolino. Vi ringrazio per l'attenzione fino ad ora dimostrata alle nostre attività presenti su questo blog e vi rinnovo l'invito a seguirci a partire dal prossimo settembre. Buona lettura e buone vacanze!





SCIALLA! (Con annesso sottotitolo stai sereno) è un film godibile, senza troppe pretese, che ritrae le difficoltà di comunicazione generate dal gap generazionale tra adulti e adolescenti. Difficoltà che, per lo più, assumono i caratteri di un vero e proprio scontro, senza il quale i figli non potrebbero compiere quel complesso e delicato percorso necessario allo sviluppo di una propria identità. Sebbene la vicenda prenda le mosse da un evento poco credibile (un ragazzo che frequenta il liceo classico viene affidato dalla madre, che deve partire, al professore da cui prende ripetizioni di greco e latino), la trama che poi se ne sviluppa assume risvolti realistici, perché ciò che succede dopo è in connessione con le premesse iniziali.

Ciò a cui si assiste è un mutamento dei due personaggi coinvolti nella vicenda, il  professore (Bruno) e il ragazzo adolescente (Luca): il primo deve fare i conti con le assunzioni di responsabilità che richiede il suo nuovo ruolo (la scoperta di avere un figlio adolescente sconvolge ogni sua più piccola abitudine); il secondo, anche se non lo sa ancora, si comporta come se in qualche modo fosse a conoscenza del segreto che il padre/professore non ha il coraggio di rivelargli.

La pellicola in questione, certo, non tratta un tema originale, ma ha il pregio di essere un film delicato, girato con grazia. Il contrasto tra Fabrizio Bentivoglio, che parla con un fortissimo accento padovano e il marcato dialetto romanesco usato da Filippo Scicchitano sottolinea ancora di più la distanza che ogni confronto generazionale segna come un solco tra figli e genitori. Distanza che può essere ridotta, ma mai cancellata del tutto ed è un bene che questo non succeda, perché in caso contrario si negherebbe la realtà; porsi sullo stesso piano dei propri figli significherebbe, infatti, entrare nel mondo della confusione, possibile elemento di psicopatologia.

L'unica nota negativa del film, il finale, in cui si avverte una caduta di stile e una risoluzione degli eventi in maniera totalmente improbabile, non toglie comunque nulla dei meriti accumulati durante i 90 minuti precedenti.

A cura del dott. Damiano Bertolino
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