mercoledì 21 novembre 2012

Disturbi alimentari: una richiesta di aiuto



Carissimi,

giorni fa ho ricevuto una richiesta via internet di una signora richiedeva un mio consulto in merito a un problema legato ai disturbi alimentari. Questa la richiesta:


"Buona sera, desideravo sapere i costi per visita io soffro da anni di disturbi alimentari, e vorrei essere aiutata grazie"


Ricevere una richiesta di questo tipo comporta sicuramente molteplici aspetti che è bene considerare. In primis, il disturbo è presente da anni e questo è un elemento che introduce diverse fantasie nel clinico (come mai chiede aiuto proprio ora? Cosa le è successo recentemente?..:). Oltre a questo, l'elemento importante in una richiesta legata ai DCA (abbreviazione per denominare i disturbi del comportamento alimentare) è indubbiamente il desiderio di fare un passo verso la propria cura e questo è, a mio avviso, l'elemento più importante da rimandare. Naturalmente questo non vale solo per chi soffre di DCA ma per qualsiasi sintomo, ma lavorando da molti anni in questo campo, ho notato che per chi soffre di questi disagi la difficoltà sia ancora più grande, probabilmente perchè attorno all'alimentazione ruotano molteplici aspetti (cura, nutrimento, fantasie infantili ecc)

Molto spesso, infatti, si da per scontato che questo passaggio sia qualcosa di semplice, come quando si ha mal di denti ed è ovvio che il dentista ti possa dare la cura...ma siamo proprio sicuri che accade questo? Non penso sia così semplice questo passo, molti il mal di denti se lo tengono perchè temono che il rimedio faccia loro più male del dolore ed è per questo che  quando ricevo queste richieste sono contento perchè c'è un desiderio di mettersi in gioco ed è importante che questa partita sia accolta dall'altro, in questo caso dal sottoscritto, con un tempestivo intervento.

Purtroppo, in questo caso, ha vinto la paura rispetto alla voglia di curarsi. Forza e coraggio!


domenica 4 novembre 2012

Recensione film "Reality"




Carissimi,

pubblichiamo oggi la recensione dell'ultimo film del registra Garrone dal titolo "Reality", recensito dal collega dott. Bertolino. Buona lettura!





Il nuovo film di Garrone prende spunto da un banale episodio di vita quotidiana per parlare di come, nella società attuale, il miraggio del successo e della ricchezza possa far vacillare un apparente senso di normalità psichica. X. è una personalità istrionica a cui piace interpretare, durante le feste, il ruolo di una drag queen, per divertire amici e parenti. A parte questi scampoli di evasione dalla realtà di una vita fatta di lavoro in una pescheria e piccoli stratagemmi ai limiti della legalità, messi in atto per far fronte ai problemi economici e arrivare alla fine del mese, il resto della vita di X. procede senza particolari intoppi in un quartiere partenopeo piuttosto povero. La sua vita cambia radicalmente quando, spinto dalla famiglia si convince a partecipare ad un provino per entrare nella casa del "Grande Fratello", dopo il quale viene malauguratamente ricontattato dal cast di produzione per una selezione successiva. Da quel momento in poi l'identità di padre di famiglia-lavoratore in una pescheria, viene spazzata via da un'identità diversa, sostituita da quella di concorrente della casa del Grande Fratello. Tutto il resto perde significato e il regista segue con una macchina da presa a mano lo sprofondare del protagonista nel baratro della follia. Convinto di essere spiato dagli emissari del cast di produzione dei provini, X assume dei comportamenti che lo porteranno a sacrificare la propria vita pur di ottenere il successo, partecipando al programma di canale 5. Il film ci mostra la perdita della lucidità mentale di questo personaggio, favorita da una sua fragilità di base. Quello a cui assistiamo, spettatori impotenti, è un processo lento, ma inesorabile, in cui la realtà si confonde sempre più con le fantasie megalomaniche del soggetto, fino al punto in cui nella scena finale di X. non rimane che una risata angosciata e angosciante, che sembra non avere fine. La realtà vera, senza veli, proclamata dallo show, sbattuta in faccia al pubblico e a cui il titolo del film fa riferimento, mettendone in ridicolo l'ipocrisia non è altro che una finzione pensata in ogni particolare.

A cura del dott. Damiano Bertolino

Padova - Via Cavallotti 61
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